PIF Power. Le linee

Abbiamo presentato ieri il PIF Power (Potentialities of WoodLand Energy Resources). Due milioni e ottocentomila euro di investimenti per ventidue soggetti coinvolti. Si è trattato di un lavoro lungo e impegnativo, gestito dall'Unione di Comuni Montani Appennino Pistoiese che funge da capofila. Si tratta di un progetto innovativo, teso a creare nuovo sviluppo nel settore della filiera legno - energia e che si affianca alle innumerevoli azioni che abbiamo messo in campo per rafforzarne il valore e la tenuta. Di seguito una breve descrizione di quanto vogliamo fare. Ora rimanieamo in attesa degli esiti del bando cui abbiamo partecipato.

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Nel corso del 2018 si è registrato un crescente interesse da parte di numerosi soggetti del mondo forestale pistoiese (in particolare aziende ed enti) per valutare la possibilità di presentare un PIF forestale nel 2018, anche sulla scorta della positiva esperienza (attualmente in fase di conclusione) del precedente PIF forestale presentato nell’ottobre del 2015 e che ha visto la partecipazione di oltre quattordici imprese, Università, CNR e società di ricerca e sviluppo.

Il settore forestale, nella provincia di Pistoia, ha dimostrato negli ultimi anni un spiccata attitudine all’innovazione (abbandonando la produzione di legna da tannino ed affiancando alla produzione di legna da ardere e paleria di castagno anche la produzione di biomasse, con un rinnovato interesse per il legname da opera, e sviluppando attività connesse quali, ad esempio, l’esecuzione di interventi e opere di sistemazione idraulico-forestale).

In parallelo si è rafforzata la domanda di biomassa forestale, grazie anche all’azione della Regione Toscana che, negli ultimi dieci anni ha finanziato, anche attraverso il PSR, una rete di piccole centrali a biomassa forestale a servizio di utenze pubbliche e private.

Questo insieme di centrali ha determinato un primo insieme di fabbisogni energetici che, a loro volta, hanno prodotto nelle imprese boschive un vero e proprio salto di qualità in termini di strutturazione aziendale (acquisizione di superfici boschive, dotazione di macchine e infrastrutture, specializzazione del personale), capacità imprenditoriale (pianificazione a medio-lungo termine degli investimenti, visione più ampia del mercato, competenze nella negoziazione, controllo della produzione, ecc) e maggiore propensione alla cooperazione (partnership con altre aziende, cooperazione, collaborazione con enti di ricerca, ecc).

Nel contempo esperienze come il Distretto Rurale Forestale Pistoiese, seppure fino ad oggi con operatività ed incisività limitate, sono tutt’oggi percepite dai vari attori del territorio come un momento importante di raccordo e scambio di informazioni e potenzialmente capace di fungere da catalizzatore di iniziative e proposte utili a far progredire i temi dell’economia del bosco e delle comunità che vi abitano.

Infine, ma non da ultimo, l’idea di “Progetto Bosco” quale incubatore di innovativi strumenti di gestione e pianificazione del bosco, nella sua più ampia accezione multifunzionale e con un ruolo potenzialmente già coerente con le finalità del nuovo T.U. delle foreste (gestione consortile del bosco, gestione dei boschi cosiddetti silenti, ecc) peraltro già recepito dalla Legge Forestale Toscana 39/2000.

 

Gli obiettivi principali della filiera POWER sono:

a) incentivare la diversificazione aziendale verso la produzione di cippato e cippatino, prodotti energetici caratterizzati da una domanda crescente e qualificata, valorizzando anche gli altri assortimenti legnosi

b) aumentare la redditività delle aziende coinvolte

c) coordinare ed incentivare un adeguato servizio di raccolta degli scarti di produzione legnosa tra la moltitudine di aziende che attuano utilizzazioni boschive e che – allo stato attuale – non sono in grado di valorizzare gli assortimenti residuali e secondari, ovvero creare una valida alternativa per la gestione delle scorte di legname invendute, da trasformare più convenientemente in cippato

d) introdurre nuove processi produttivi e incentivare la cooperazione tra operatori, anche per condividere fasi della produzione o sopperire, laddove necessario, a carenza di manodopera e/o macchinari attraverso rapporti di collaborazione tra operatori

e) favorire gli investimenti nella meccanizzazione aziendale in un 'ottica di gestione forestale sostenibile e multifunzionale

f) realizzazione di una piattaforma web per la commercializzazione dei prodotti del bosco

g) valorizzazione delle aree boscate dei privati polverizzate in una pluralità di aree di modeste dimensioni, attraverso la costituzione di “comunità del bosco”

 

i principali risultati attesi sono:

a) aumento dell’offerta di prodotti legnosi di qualità e promozione dell’uso di tali prodotti

b) valorizzazione economica di soprassuoli forestali marginali e/o a macchiatico negativo con conseguente positiva ricaduta  in termini di assetto idrogeologico, nella misura in cui è incentivata la diffusione di pratiche selvicolturali e si scongiura l’abbandono del bosco

c) valorizzazione economica dei piccoli soprassuoli privati attraverso la loro gestione complessiva in forma unitaria

d) gestione di soprassuoli boschivi pubblici, con particolare riferimento al Patrimonio Agricolo Forestale Regionale

e) incremento del volume delle vendite dei produttori primari

f) diminuzione dei costi di gestione degli utenti

g) diminuzione dei costi di produzione

h) perfezionamento di un modello – replicabile – di filiera di produzione in larga parte autosufficiente dal punto di vista energetico

i) coordinamento tra i vari soggetti della filiera per la promozione e valorizzazione – a livello di opinione pubblica e potenziali utenti – con conseguente effetto positivo di moltiplicazione delle buone prassi di

j) gestione e uso di fonti rinnovabili

k) potenziamento delle funzioni sociali e ricreative del bosco